
23 Ago Rimanere indietro
Nel non-luogo del web sento sempre ritornare alcuni concetti che coincidono con il timore di non essere aggiornati subito su tutto e, perciò, di rimanere indietro.
Vorrei che questo articolo avesse la funzione di rifugio per quei momenti in cui sembra che tutti siano sempre sul pezzo e noi invece no. Magari ci proviamo, ma non corriamo abbastanza in fretta. Forse è il momento di fermarsi, godersi per più di un attimo il panorama e iniziare ad apprezzare la lentezza, quella vera, non quella edulcorata che ti fa fare milioni di views su Instagram.
A parole è facile, lo so, ma poi quando ti trovi a rallentare per davvero le cose si fanno un pelino più complicate, ma io ci provo e vi dico…
Non abbiate paura di “perdervi dei pezzi”
Non abbiamo paura di “rimanere indietro”
Non succede niente se non sapete cosa pubblicare su quella “nuova” piattaforma social.
“Devo fare” “Devo esserci” “Devo” “Devo” “Devo”
Ma perché? Chi lo dice? Dov’è scritto che dobbiamo essere ovunque, subito, immediatamente, senza attese, senza pazienza?
Quello che mi stranisce di più è che questa tanto citata paura di restare indietro – o fomo (espressione inglese che sta per fear of missing out ovvero paura di essere tagliati fuori) – o di perdersi le novità, coincide quasi sempre con la voglia di lentezza, leggerezza, relax. Le due cose, per me, non possono coesistere, perché è come dire di voler correre, ma lentamente e mi sembra tutto un grande ossimoro.
Mi metto ora nei panni di un mio ipotetico cliente che ha un progetto imprenditoriale da mandare avanti, da far crescere, con una serie di ostacoli da superare, difficoltà e problemi da risolvere, concorrenti in ogni dove e la paura reale di rimanere indietro ed essere messi da parti. Capisco molto bene la sensazione che si prova a trovarsi davanti a un nuovo social, un nuovo canale di comunicazione che tutti stanno usando e sperimentando e tu ancora no. Capisco molto bene questa sensazione perché faccio parte anche io di questo gruppo di persone che potrebbe sentirsi indietro o perdersi qualcosa.
Ma io credo che sia necessario darsi delle priorità perché per lavorare alla propria comunicazione non serve la fretta, non si tratta di rincorrere qualcuno, non è una gara. La velocità a tutti i costi, invece, può risultare controproducente perché fa sì che si debba essere sempre performanti, al primo posto, scattanti e pronti all’azione. Quello che davvero serve è la calma e il desiderio di agire secondo le proprie regole, individuando quello che è il proprio ritmo, senza paragoni e senza rincorse. Solo così sarà possibile dedicarsi a un progetto di comunicazione con la giusta consapevolezza, creando qualcosa che sia personale e originale perché nato da noi e non dalla necessità di qualche algoritmo o da qualche moda del momento.
Prima di occupare un nuovo canale di comunicazione, chiediamoci se ha davvero senso per noi esserci, che tipo di contenuti potremmo creare e soprattutto se abbiamo quello che serve di più: la voglia. Quindi, se non avete ancora trovato il modo o il tempo, prima chiedetevi che cosa potreste apportare di significativo, se ne avete voglia, se vi diverte (sì, lavorare alla proprio comunicazione può essere anche divertente!) e se per il vostro progetto e per voi ha senso essere anche lì.
Forse a volte ci farebbe bene restare indietro e provare a viverla davvero quella vita lenta, non solo in digitale.
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Le mie consulenze di comunicazione tornano a settembre, ma intanto si possono prenotare qui oppure scrivendomi una e-mail raccontandomi le vostre esigenze e necessità.
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